TRAMA: siamo in Spagna... o meglio, stiamo arrivando in Spagna. Il padrone di Caridad, una schiava cubana, è morto e lei è stata liberata e affidata ad un frate che ha il compito di accompagnarla fino al porto. Le prime esperienza di Caridad in Spagna sono tremende, finisce addirittura incatenata nella cantina di un uomo che la sfrutta come prostituta, ma niente di incredibile per la ragazza che anche a Cuba non veniva trattata meglio. La sua prigionia finisce quando viene buttata fuori dalla casa a causa della febbre altissima. Dopo poco Caridad finisce per accasciarsi sotto un albero e presa dal delirio della febbre inizia ad emettere un lamento, una canzone con cui invoca i suoi dei. Nel frattempo Melchor un gitano rude ma affascinante sta passando da quelle parti quando sente il canto tormentato di Caridad e, ammaliato, dopo averla ascoltata decide di portarla con se.
Siamo
a Triana quando Caridad si riprende dalla febbre. Il periodo in cui
starà nel ghetto gitano sarà felice per Caridad, che, nonostante
non sia comunque ben accetta, è sotto la protezione di Melchor e
trova una forte amicizia nella nipote dell'uomo, Milagros.
Tutto
finirà con l'inizio della persecuzione dei gitani da parte dello
stato spagnolo e le strade dei nostri tre protagonisti finiranno per
separarsi, ma non indissolubilmente.
COMMENTO:
La regina scalza è un bellissimo libro! Il contesto storico è
molto buono (secondo la mia opinione) e la caratterizzazione dei
personaggi è molto studiata.
Caridad
è una donna sensibile e forte, per quanto all'inizio possa sembrare
sottomessa e ormai stanca di vivere. Nel corso della narrazione,
conoscendola, si capisce quanto nella sua vita abbia avuto bisogno di
lottare per sopravvivere e che in realtà in lei c'è sempre un
soffio che la fa combattere. Durante la storia Cachita (soprannome di
Caridad) capisce quanto è forte, impara a gestire le situazioni
sfruttandole, invece di essere sfruttata, e cosa significa libertà e
felicità.
E
non è un caso se è a lei molto affine Melchor, il gitano, sulla
cinquantina è da considerare un sopravvissuto, sì perché è tra i
pochi che, scontata una pesante condanna di lavori forzai sulle navi,
è sopravvissuto. Ma Melchor che conosce la sofferenza di Cachita, ha
sempre saputo cosa fosse la libertà e come avere un ascendente sulle
persone.
Milagros
(scusate, nella trama ne ho parlato poco) è la nipote di Melchor.
Vissuta in uno stato di “agio” tra i gitani, grazie alla fama di
suo nonno, all'inizio del libro è forse il personaggio più ingenuo,
ma la vita darà la sua abbondante dose di amarezza anche a lei e la
sua crescita smorzerà il carattere leggiadro e sicuro della
ragazzina che era, rendendola ala fine la più indebolita e provata
dagli eventi.
Il
personaggio più bello (al di fuori di Caridad e Melchor) presente
nel libro, anche se in secondo piano, è la madre di Milagros, Ana.
La donna sarà vittima della retata di gitani e vivrà tutta la
travagliata storia della prigionia fino al loro rilascio. Ana è un
esempio di forza, consapevolezza dei propri diritti di libertà e di
ribellione all'ingiustizia. In carcere viene maltrattata e umiliata,
quando viene rilasciata il suo corpo è martoriato, dalla fame, dalle
botte, ma anche quando si ricongiunge alla sua famiglia ostenta una
dignità e una forza uniche e invidiabili. È giusto che la storia di
una gitaneria che ormai non esiste più, con i valori che questo
libro racconta rendendoli così palpabili e vicini ad un ideale che
può essere ben condiviso, sia rappresentata da Ana.
La
prosa è scorrevole, piuttosto cruda in alcune sue parti, niente che
sia illeggibile, ma può dare fastidio ad un pubblico sensibile (in
ogni caso sono qui che ve ne parlo, quindi andate abbastanza
tranquilli 😜).
La
copertina è bellissima, ha qualcosa che mi piace! Ma non ho saputo individuare cos'è 😁. Anche se in alto a destra presenta quelle 4 righe di presentazione che io non ci avrei messo, sono troppo invadenti! A me piacciono le copertine con titolo, autore e niente più (per quanto riguarda le scritte).
VOTO: 5/5 è un libro bellissimo, penso che le parole che ho speso per descriverlo riescano a comunicarvi quanto mi piaccia.
CONSIGLIATO A... come ho detto nella conclusione del commento, è un libro che, in alcune parti della narrazione, può risultare crudo ad una persona sensibile, con tutto ciò ritengo che sia fattibile... non è un romanzo per ragazzi, lo consiglio ad un pubblico dai... 17-18 anni in su. In ogni caso è soggettivo.
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bacione, Nora ❤